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The Letters of Wolfgang Amadeus Mozart — Volume 01 by Wolfgang Amadeus Mozart
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58.

MOLTO REVDO PADE MAESTRO, PADRONE MIO STIMATISSIMO,-

La venerazione, la stima e il rispetto, che porto verso la di lei
degnissima persona mi spinse di incommodarla colle presente e di
mandargli un debole pezzo di mia musica, rimmettendola alla di
lei maestrale giudicatura. Scrissi l'anno scorso il Carnevale una
opera buffa ("La finta Giardiniera") a Monaco in Baviera. Pochi
giorni avanti la mia partenza di la desiderava S. A. Elletorale
di sentire qualche mia musica in contrapunto: era adunque
obligato di scriver questo Motetto in fretta per dar tempo a
copiar il spartito per Sua Altezza ed a cavar le parti per poter
produrlo la prossima domenica sotto la Messa grande in tempo del
Offertorio. Carissimo e stimatissimo Sigr. P. Maestro! Lei e
ardentemente pregato di dirmi francamente e senza riserva il di
lei parere. Viviamo in questo mondo per imparare sempre
industriosamente, e per mezzo dei raggionamenti di illuminarsi
l'un l'altro e d'affatigarsi di portar via sempre avanti le
scienze e le belle arti. Oh quante e quante volte desidero
d'esser piu vicino per poter parlar e raggionar con Vostra
Paternita molto Revda. Vivo in una paese dove la musica fa
pocchissimo fortuna, benche oltre di quelli che ci hanno
abandonati, ne abbiamo ancora bravissimi professori e
particolarmente compositori di gran fondo, sapere e gusto. Per il
teatro stiamo male per mancanza dei recitanti. Non abbiamo Musici
e non gli averemo si facilmente, giache vogliono esser ben
pagati: e la generosita, non e il nostro difetto. Io mi diverto
intanto a scrivere per la camera e per la chiesa: e ne son quivi
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